Ansia” è un termine che deriva dal verbo latino ango, che ha il significato di “stringere”. Non a caso, si indica con questo termine uno stato di tensione e preoccupazione dovuto a una minaccia percepita. Come la paura, l’ansia presenta dei sintomi inconfondibili sia a livello fisico (tensione, tremore, sudorazione, aumento della frequenza cardiaca, vertigini, sintomi gastrointestinali) che a livello mentale (senso di allarme, vuoto mentale, comportamenti protettivi o di evitamento, vissuti di irrealtà o di distacco da sé). A distinguere l’ansia dalla semplice paura è un fattore temporale: la paura riguarda un evento minaccioso imminente, mentre l’ansia ha in sé un carattere di previsione di eventi futuri.

Sia la paura che l’ansia, in certa misura, hanno una importante funzione di adattamento per l’essere umano: ci consentono, infatti, di reagire adeguatamente a un pericolo attuale o possibile. Ci sono però casi in cui l’ansia comporta una attivazione spropositata di fronte a situazioni che non la giustificano: se tale condizione si protrae per un periodo prolungato di tempo, si parla di disturbo d’ansia.

Fanno parte dello spettro ansioso diversi disturbi. Lo stato di attivazione ansiosa può, ad esempio, non avere un tema specifico ma interessare costantemente ogni ambito della vita dell’individuo con un continuo rimuginio di pensieri negativi e pessimistici (Disturbo d’Ansia Generalizzato); può rivolgersi a temi od oggetti specifici, come avviene nelle fobie, nell’ipocondria o nell’ansia da separazione; può, infine, interessare i comportamenti e le situazioni sociali in cui si può esser visti da altri, ad esempio parlare in pubblico, esibirsi o incontrare persone nuove (Fobia Sociale).

Un caso particolare di disturbo d’ansia è il Disturbo da Attacchi di Panico, in cui si sperimentano episodi di intensa paura o di improvviso aumento dell’ansia, accompagnati da sintomi fisici (tachicardia, dolori al petto, sudorazione calda o fredda, parestesie, senso di soffocamento) e mentali (paura di morire o impazzire, derealizzazione, depersonalizzazione). L’attacco di panico dura dai 10 ai 20 minuti circa ed è il corrispettivo del comportamento etologico definito come freezing, in cui l’animale si immobilizza e riduce le sue funzioni vitali in presenza di una minaccia dalla quale non può fuggire.

Il primo attacco è inaspettato e, spesso, avviene in contesti pubblici e affollati. Subentra, quindi, la paura di averne altri, che porta all’evitamento delle situazioni a rischio: in una grande città come Torino, questo potrebbe condurre a una significativa riduzione delle attività quotidiane.

L’obiettivo della Psicoterapia Sistemico-Relazionale nei casi di disturbi dello spettro ansioso è quello di inserire il problema in una prospettiva relazionale, per individuare cosa abbia portato all’instaurarsi e soprattutto al perpetuarsi del pattern sintomatico. È fondamentale l’introduzione di nuovi punti di vista che aiutino a riconsiderare il sintomo alla luce del contesto interattivo in cui si è sviluppato, e quindi a trovare una strada alternativa.

L’ansia non ci sottrae il dolore di domani, ma ci priva della felicità di oggi
– Charles H. Spurgeon –

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