L’Istat ci comunica che dal 2017, in Piemonte ci sono stati quasi 13.000 matrimoni, e Torino è ai primi posti fra le città metropolitane in cui vengono registrate più unioni civili. A queste coppie vanno aggiunte tutte quelle che, per i più svariati motivi, non hanno intrapreso percorsi di ufficializzazione. Per quanto le unioni “ufficiali” siano in calo, quindi, sembra che l’essere umano non abbia ancora rinunciato a cercare la cosiddetta “anima gemella”.

Il bisogno di attaccamento esclusivo, fiducia e intimità rende la coppia uno dei contesti relazionali più significativi. Una crisi in quest’ambito può arrivare a inficiare tutti gli altri aspetti della vita dell’individuo.

Spesso, nello sperimentare una crisi di coppia, ci si convince che le cose “debbano” andare in quel modo: ci si sente impotenti e non si riesce a vedere una via d’uscita. Questa convinzione, unita al luogo comune per cui “I panni sporchi si lavano in famiglia”, costituisce sovente un ostacolo all’inizio di un percorso terapeutico.

In realtà, l’introduzione del punto di vista del terapeuta nel sistema coppia può fungere da importante veicolo di cambiamento. Cambiare gli “occhiali” con cui si guarda a qualcosa di così quotidiano e abituale come la propria vita di coppia può fornire ai clienti lo spunto per un cambio di rotta che li aiuti a star meglio, in qualunque direzione si rivolga.

“È facile stare insieme quando va tutto bene. Il difficile è quando si devono superare le montagne, fa freddo e tira vento. Allora, forse, per trovare calore, uno si deve fare un poco più vicino..”
– Maurizio De Giovanni –

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